Ristorazione Sanitaria: Angem lancia 4 proposte (Ristorando, 15 ottobre 2014)

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Ristorazione sanitaria: Angem lancia 4 proposte

W3_asOrZL’occasione l’ha offerta stavolta Ristorazione 2014. È qui che, nel corso dell’ottava mostra-convegno di Ristorando, Carlo Scarsciotti ha fatto sentire la sua voce, e quella di Angem, l’associazione dei caterer italiani che rappresenta.

Nel 2013, su un totale di 1,65 miliardi pasti serviti dalle imprese della ristorazione collettiva nel nostro Paese, 657 milioni erano destinati a strutture sanitarie (ospedali, cliniche, case di riposo). In Italia, il settore è gestito dalla SRC per il 41,1%, con un fatturato pari a 2,687 miliardi di euro. Degli 80mila dipendenti del comparto della collettiva, 27mila sono dedicati al settore sanità.

Gare al massimo ribasso, “spending review” e Legge di Stabilità 2013 hanno ridotto il valore dei contratti già in essere. Non bastava: è arrivato anche l’obbligo di adeguare i costi della ristorazione ospedaliera in caso di scostamento superiore al 20% ai prezzi di riferimento stabiliti dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP, oggi ANAC). Tali prezzi, tuttavia, hanno alla base un numero molto limitato di aggiudicazioni, e non si capisce quali siano le fattispecie operative prese a riferimento.

I continui tagli lineari non fanno che peggiorare il servizio sanitario nazionale e creano danni ingenti al settore della collettiva” ha detto il presidente. Non è tutto: “L’AIOP, Associazione Italiana Ospedalità Privata ha stimato in 870 euro il costo giornaliero del posto letto per ricovero ospedaliero; di questi, la giornata alimentare – colazione, pranzo e cena – vale tra 9,50 e 10,50 euro”, ha aggiunto. Chiedere che si tagli solo e sempre sul costo del pasto è una scorciatoia cui il settore non può sottostare impassibile. Ecco perché, consapevoli di quelle che sono le condizioni in cui versa il Paese, Angem, insieme a ORiCoN, ha formulato quattro proposte e soluzioni per migliorare il servizio e ridurre la spesa pubblica in maniera razionale: adottare standard regionali per i capitolati di gara, rivedere i menu, esternalizzare i servizi di ristorazione negli ospedali con meno di 100 letti, rivedere i prezzi di riferimento. Se accolte, “queste soluzioni permetterebbero un risparmio dai 190 a 285 milioni di euro l’anno: altro che il 5% della spending review!”, ha concluso Carlo Scarsciotti.

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