Scarsciotti: Il gesto di Candreva nei confronti della bambina costretta a mangiare tonno e cracker nella mensa scolastica è generoso, ma il problema del mancato pagamento delle rette va risolto a monte

“Il generoso gesto del calciatore dell’Inter Antonio Candreva ha risolto due grandi problemi, uno pratico per la famiglia, che evidentemente non era in grado di pagare la retta per la mensa, e uno morale per la bambina, che si è sentita umiliata di fronte ai suoi compagni quando, al posto del pasto, si è vista servire una scatoletta di tonno e un pacchetto di cracker. Ma quanto è accaduto all’alunna della scuola elementare di Minerbe non è un caso isolato e non possiamo pensare di risolvere la questione grazie alla generosità dei singoli”. È quanto dichiarato da Carlo Scarsciotti a seguito dell’episodio, accaduto pochi giorni a seguito della decisione della Giunta del Comune dopo alcuni solleciti di pagamento della retta della mensa scolastica verso la famiglia. Una decisione che, naturalmente, avrebbe anche turbato la piccola, che ha pianto quando si è vista servire un pasto diverso, e ridotto, dai compagni.

Ma sono tanti i casi del genere: basti ricordare il provvedimento della Giunta di Montevarchi del 2017 con il quale si stabilì che ai figli delle famiglie in arretrato con il pagamento delle rette dovesse essere distribuito per pranzo una fetta di pane con olio accompagnata da un frutto e una bottiglia d’acqua.

Da allora in Parlamento si discute su quanto sia tassativa e non più procrastinabile la necessità di rendere la ristorazione scolastica un servizio pubblico essenziale.

“La possibilità di avere accesso alla mensa scolastica contribuisce a garantire il diritto alla salute e a una sana e corretta nutrizione; lo spazio del refettorio, inoltre, è fondamentale ai fini dell’educazione alimentare e dell’inclusione sociale. Molti studi dimostrano che le mense scolastiche non sono garantite su tutto il territorio e auspico che i partiti possano giungere a un accordo trasversale in tempi brevi. Ma le aziende che erogano i pasti nelle scuole – conclude Scarsciotti – non condividono il metodo in cui gli Enti locali gestiscono il recupero delle rette e chiedono di trovare sistemi che non discrimino i bambini”.

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